Mind The Bias!

MIND

THE

BIAS

MIND the BIAS!

Attenzione ai nostri bias. Ma…che cosa sono?

Allora innanzi tutto partiamo dal definire che cosa sia un bias cognitivo, dipanando tra le varie definizioni possibili che ne vengono fatte.

I primi scienziati che hanno definito il concetto di bias come lo intendiamo sono stati Amos Tversky and Daniel Kahneman nel 1972.

Da quel momento si sono studiati i bias in tutti gli aspetti della vita umana: nella cognizione, nell’interazione sociale, nei rapporti lavorativi, nelle scelte, nel management, nella salute, nel business e nella finanza.

Un bias cognitivo è un errore sistematico che viene compiuto da una persona nell’osservare il mondo intorno a lei e che va a influenzare decisioni e giudizi presi dalla persona stessa.

Sono quindi errori comuni che vengono messi in atto in modo quasi inconscio, ovvero sena rendersene pienamente conto. Questo funzionamento è legato saldamente alla modalità di funzionamento della nostre mente. Infatti, il cervello, tende a costruire delle scorciatoie di pensiero che gli permettano di ottimizzare i tempi, avendo sempre un sacco da fare.

I bias ci aiutano a mettere ordine al caotico mondo che ci circonda, dandogli un senso e un ordine. Il problema è che alcuni bias possono essere molto limitanti e sapere quali essi siano ci può aiutare nel comprendere alcuni nostri atteggiamenti o idee che spesso abbiamo.

Innanzi tutto, possono nascere dalla nostra memoria, e portare a pensieri errati successi. Altri possono essere legati alla nostra capacità attentiva, nello specifico alla sua limitatezza.

Tutti possiamo cadere, e lo facciamo, in una serie di bias cognitivi che sono di vario tipo:

  • cercare solo le informazioni che confermano la nostra tesi;
  • dare per scontato che tutti condividano ciò in cui crediamo noi;
  • attribuire il succesos di qualcuno alla fortuna;
  • dare la colpa delle proprie vicissitudini o fallimenti agli altri.

Insomma, i bias cognitivi, sono tanti e se lasciati galoppare da soli possono essere piuttosto nocivi, chiudendoci in una bolla egocentrica di pensiero offensiva per molte altre persone.

Andremo ad elencare alcuni dei bias più comuni verso i quali bisogna stare in campana!

The Actor-Observer Bias.

Ovvero la tendenza ad attribuire le nostre azioni ad una causa esterna e quelle degli altri ad una causa interna.

Per esempio attribuiamo il fallimento ad uno specifico test d’esame per il fatto che ci siano tutta una serie di domande trabocchetto. Al contrario se è un collega a fallire un esame non esitiamo a pensare che sia accaduto in quanto troppo pigro o svogliato.

Questo perchè noi siamo a conoscenza del nostro stato interno, emozioni e pensieri, ma non possiamo conoscere quello degli atlri. Perciò per noi troviamo scusanti e per gli altri tiriamo a indovinare.

The anchoring bias

La sovrastima di ciò che sentiamo dire in giro. Facciamo qualche esempio per farlo comprendere meglio.

In un esperimento è stato estratto un numero tramite una ruota della fortuna ed è stato chiesto ai partecipanti dello studio se la percentuale di popolazione Africana in USA fosse più piccola o più grande rispetto al numero estratto. Con grande sorpresa la stima tendeva ad essere sempre più grande quando il numero era alto (Nissbet & Ross, 1980).

Il numero estratto dalla ruota era l’ancora (anchor) delle loro stime successive, tutte errate partendo da una base casuale.

Confirmation bias

Ovvero il cercare pareri e idee che confermino sempre la nostra tesi. Si muovono in questo senso le persone online, che migrano verso gruppi di persone e cercano informazioni che avvalorino il proprio punto di vista.

Distinction bias

La tendenza a vedere due idee come estremamente contrastanti se paragonate l’una all’altra, e invece maggiormente similari se paragonate in tempi differenti.

Gender bias

Tutte quelle credenze che si accompagnano al genere sessuale. Ad esempio il fatto che le donne non siano abili o capaci in matematica oppure che gli uomini siano maggiormente rabbiosi rispetto alle donne.

Halo effect

Si intende il modo in cui una persona forma un’opinione su una detereminata caratterista o attributo di un oggetto o una persona in base a come reagisce su un altro aspetto o attributo. Un esempio può essere l’essere più predisposti positivamente se una persona ci piace esteticamente, in quanto la bellezza ci rende più predisposti.

LA MENTE USA SCORCIATOIE

Perchè la nostra mente usa i bias?

Il mondo in cui viviamo è un mondo complicato sotto tanti punti di vista. I nostri organi di senso sono sempre bombardati da stimoli di ogni tipo che devono analizzare, catalogare, memorizzare, codificare. Alcune cose ci evocano ricordi e così dobbiamo tirar fuori il nostro passato. Poi oltra a noi ci sono le altre persone, le interazioni con loro, il mondo intero che ci circonda.

E’ tutto molto grande e, per ridurre l’impatto di tutto questo, il nostro cervello utilizza delle scorciatoie di pensiero. Tutte queste scorciatoie ci permettono di prendere decisioni in maniera estremamente veloce, molto più veloce di come avremmo fatto se avessimo dovuto analizzare tutto daccapo senza avere bias.

Ciò che forma i bias sono non solo le nostre origini culturali, ma anche i ricordi legati alle nostre emozioni e le motivazioni individuali.

I bias cognitivi aumentano inoltre con l’aumentare dell’età, persone più anziane tendono ad avere quella che si definisce minore fluidità cognitiva.

Perciò un modo di funzionare normale del nostro cervello può farci andare col pilota automatico un pò troppo spedito. A volte sarebbe bene fermarsi qualche secondo e chiedersi da dove arrivino determinati pensieri, guardarsi davvero bene intorno, dare un ascolto attivo anche alla controparte che propone idee differenti dalla nostra.

 

Possiamo dare wqualche suggerimento, quindi, per tenere un pò a bada i bias.
  1. Know the bias! Inizia ad informarti sulle varie tipologie di bias che ci sono. Una volta che avrai maggiori informazioni potrai fare caso a quale tipo di bias utilizzi in maniera maggiore e come questo vada a modificare le tue relazioni, le tue reazioni, insomma le tue giornate;
  2. Mind the bias! Verifica, quando prendi una decisione, di farlo fuori da qualunque tipo di scorciatoia cognitiva, per quanto può sembrare difficile. Questo non migliorerà solo il tenore delle tue decisioni ma ti permetterà anche di fare scelte più consone a te invece che alle convenzioni cognitive;
  3. Challenge the bias! Affronta le tue personali catene cognitive, in tutti i modi che puoi. Una volta che sarai a conoscenza di quali essi siano e di come ti affliggano potrai tranquillamente costruire una ricetta ad hoc per porvi rimedio.

Un altro utile metodo è attraverso l’utilizzo della psicologia, attraverso cui avremo una guida lungo questo tortuoso percorso.

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Biblioghraphy:

  1. Lieder, F., Griffiths, T. L., Huys, Q. J., & Goodman, N. D. (2018). The anchoring bias reflects rational use of cognitive resources. Psychonomic bulletin & review, 25(1), 322-349.
  2. Nicolau, J. L., Mellinas, J. P., & Martín-Fuentes, E. (2020). The halo effect: A longitudinal approach. Annals of Tourism Research, 83, 102938.
  3. Nisbett, R. E., & Ross, L. (1980). Human inference: Strategies and shortcomings of social judgment. Englewood Cliffs: Prentice-Hall.
  4. Sun, T., Gaut, A., Tang, S., Huang, Y., ElSherief, M., Zhao, J., … & Wang, W. Y. (2019). Mitigating gender bias in natural language processing: Literature review. arXiv preprint arXiv:1906.08976.
  5. Tversky, A., & Kahneman, D. (1974). Judgment under uncertainty: Heuristics and biases. Science, 185(4157), 1124–1131.
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